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Alba, un tesoro da scoprire a due passi da La Crota
Vicino al ristorante La Crota, a pochi chilometri, hai la possibilità di visitare l’incantevole Alba, centro più importante delle Langhe nonché sede di una delle manifestazioni enogastronomiche più importanti al mondo: la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco, prestigiosa vetrina delle eccellenze del territorio, che nel periodo autunnale attira centinaia di migliaia di visitatori. Questa affascinante città, infatti, fa innamorare ogni anno turisti e gourmet grazie alle tante prelibatezze culinarie, dai primi piatti conditi con funghi o tartufo ai carpacci di carne all’albese; dalla famosissima bagna cauda al fritto misto piemontese, al brasato al Barolo; dal vitello tonnato agli strepitosi formaggi tipici come il Castelmagno, fino ad arrivare ai dolci preparati con la squisita nocciola Piemonte, senza dimenticare i vini (DOC: Barbera, Dolcetto e Nebbiolo; DOCG: Barbaresco, Barolo e Moscato). Alba è anche sede dell’autorevole Scuola Enologica fondata nel 1881 e intitolata a Re Umberto I, una delle realtà più importanti in Italia in questo settore.
Alba è il secondo comune più popoloso della provincia di Cuneo, con i suoi oltre 30 mila abitanti; si trova a una distanza di circa 50 chilometri da Torino in direzione sud-est ed altrettanti da Cuneo, che invece è a sud-ovest. Si sviluppa per la maggior parte sul versante destro del Tanaro, al disopra di una conca pianeggiante che si innalza all’incirca a 170 metri sul livello del mare. Il suo territorio colpisce per lo splendore delle colline circostanti, solcate da vigneti e verdi boschi; colli sui quali altri meravigliosi borghi antichi sono arroccati e che sono elencati fra i Beni italiani patrimonio dell’UNESCO.
Le radici storiche di Alba affondano nel Neolitico (VI-III millennio a.C.), quando nel territorio si insediano popolazioni dedite alla caccia, all’agricoltura e, in seguito, all’allevamento del bestiame. Tali tribù vengono chiamate col nome di Liguri Stazielli e si pensa che fossero di origini celtiche; nel V secolo a.C., poi, la zona viene invasa dai Galli.
In epoca romana, la città viene rinominata Alba Pompeia, e in virtù di municipium romano entra a far parte della Regio IX Liguria, dove diviene un centro economico piuttosto importante ed è retta da un’amministrazione autonoma e da una propria magistratura. Già in questo periodo alcune testimonianze collocano la pratica di un sistema di conduzione della vite evoluto e all’avanguardia.
Successivamente al declino dell’Impero vengono erette le mura di cinta, dapprima in età gotico-longobarda, poi in età post-carolingia; in epoca comunale vengono intraprese ulteriori fortificazioni e ristrutturazioni, a seguito delle quali il perimetro della città non subirà altre variazioni. Nel 490 Alba è sotto assedio e saccheggiata dalla tribù germanica dei Burgundi, a metà del VII secolo dai Longobardi e dai Franchi guidati da Carlo Magno, i quali pongono qui le basi per l’instaurazione della civiltà feudale; alte devastazioni giungono da parte dei Saraceni nel X secolo. È per scongiurare ulteriori depredazioni che vengono edificate possenti mura circondate da fossati e dotate di 7 porte d’accesso, oltre a 6 castelli costruiti sui vicini colli. Sempre in epoca medievale vengono innalzati anche monasteri, chiese ed ospedali.
A metà del ‘200, nel vivo degli scontri tra Guelfi e Ghibellini, la città si allea con Carlo I d’Angiò, conte d’Angiò e del Maine. In questo periodo, la nemica Asti cerca di imporsi sulla Valle del Tanaro, senza però riuscire nell’impresa. A quest’epoca risale l’edificazione delle numerose torri cittadine, per le quali Alba è anche conosciuta come “la città delle cento torri”.
L’albese diviene scenario di sanguinose battaglie tra Francesi e Spagnoli nella prima metà del XVI secolo, situazione che si inasprisce con l’insediamento in città, nel 1537, di Carlo V, incoronato Re d’Italia sette anni prima; i conflitti tra le due armate portano a disastrose conseguenze soprattutto per il patrimonio storico e artistico della città.
La Pace di Cateau-Cambrésis del 1559 sancisce il passaggio di Alba sotto al dominio dei Gonzaga di Mantova, con un periodo di relativa tranquillità che, però, dura poco: nel 1613 c’è l’attacco di Carlo Emanuele I di Savoia, che riesce vincitore nel 1628. Pesanti conseguenze si registrano, poi, a causa della peste, comparsa per la prima volta attorno al 1630.
Nel ‘700 inizia a fiorire l’attività culturale ed intellettuale, che culmina con l’istituzione dell’Accademia Filarmonico-Letteraria a cui aderiscono, nel corso del tempo, personalità illustri come Silvio Pellico. Anche l’urbanistica è protagonista di una notevole rinascita, con la costruzione dell’ospedale di San Lazzaro e di diverse chiese.
Alba è, a fine ‘700, una delle prime località ad aderire alla causa giacobina, accogliendo Napoleone e le sue truppe nel 1796, una novità che purtroppo comporterà ulteriori lutti e profanazioni. Un ambasciatore albese viene addirittura fucilato durante la discussione del provvedimento che aveva sancito la contribuzione da parte di Alba alle spese militari francesi per una cifra considerata spropositata. Questo esborso, più i saccheggi di opere d’arte e le violenze alla popolazione da parte dei francesi ed altri fattori portano gli albesi ad abbandonare il paese andando a confluire in organizzazioni d’insorgenti (“barbets”), che si oppongono alla dominazione d’Oltralpe.
Carlo Felice di Savoia (1765-1831), duca di Savoia dal 1821, è il primo ad avviare le operazioni di ricostruzione della città, con l’edificazione del Monastero della Maddalena, del Teatro Sociale, di Palazzo Miroglio, il ripristino della strada di collegamento fra Alba e Savona e altri importanti interventi. Nella seconda metà del secolo c’è poi la progressiva ascesa della borghesia (commercianti, professionisti e tecnici) che dal ’48 cominciano ad occupare le maggiori cariche pubbliche e danno avvio alle prime Società di Mutuo Soccorso.
In seguito conflitto del ’15-‘18, gli albesi intraprendono le prime attività fieristiche (la Fiera del tartufo esordisce nel 1929). La città viene proclamata “repubblica indipendente” nel corso della Seconda Guerra Mondiale e si costituisce come repubblica partigiana nel 1944, ottenendo una medaglia d’oro al Valor Militare. Un maresciallo dei carabinieri, Carlo Ravera, salva dalla deportazione numerose famiglie ebree altrimenti condannate a morte sicura, aiutandole a fuggire con la complicità della moglie Maria Ravera e di Beatrice Rizzolio, proprietaria del mulino locale (tutti e tre sono insigniti dell’onorificenza dei Giusti tra le Nazioni dall’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme). Nel ’48 e nel ’94, purtroppo, la città è danneggiata dalle esondazione del Tanaro e di alcuni affluenti.
Nel 2017 Alba è riconosciuta città creativa per la gastronomia dall’UNESCO.
Se stai organizzando un soggiorno ad Alba o nei suoi dintorni, ecco le cose da vedere assolutamente:
Se hai in programma una gita nel cuore delle Langhe e vuoi degustare i piatti e i prodotti tipici della zona, fermati a mangiare al ristorante La Crota di Roddi, vicino ad Alba, il posto ideale per una pausa golosa fra una visita e l’altra. Ti aspettiamo con gli autentici sapori langaroli accompagnati dai portentosi vini locali, e con altri suggerimenti su cosa andare a vedere nei dintorni. Per tutte le informazioni e per prenotare un tavolo, contattaci allo 0173/615187 o al 335/5487280 (e-mail info@ristorantelacrotalanghe.com).
Domenica sera e Lunedì: chiuso.
Mar – Dom
12:00-14:00
Mar – Sab
19:00-21:00
Obbligo di prenotazione telefonica, durante la settimana ogni sera solo su prenotazione minimo 10 persone